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Inaccettabile.

Inaccettabile. Inaccettabile è il primo termine che balena in mente quando si esaminano i tragici eventi dell’olocausto. L’eccidio si staglia in un cumulo convulso di emozioni che vanno dalla rabbia, alla sconforto fino alla rassegnazione. Costante è l’incomprensione. Cerchiamo però di comprendere, non certo di giustificare o lenire il profondo dolore, e facciamolo attraverso una perlustrazione delle nostre viscere. E come quando lo sguardo si perde nello spazio sterminato e osserva il passato, osserva astri e stelle di un presente esteso, di un tempo che davvero non ci appartiene e pur lo osserva, così guardiamo ora alle nostre viscere come a quei corpi celesti a distanze siderali, guardiamo la nostra filogenesi, guardiamo orrori ancestrali. 
Ci troviamo in un passato remoto, contempliamo una scena atroce, nondimeno rivelatrice. Siamo nell’attuale Baviera, più precisamente nella grotta di Ofnet. Non è trascurabile il tempo in cui avvengono i fatti: all’incirca 9.000 anni fa. Assistiamo al massacro di 38 cacciatori-raccoglitori, non sono stati risparmiati donne e bambini. Portano tutti, sui loro scheletri, il marchio della violenza.
Abbiamo dunque ammirato una delle prime ecatombe della nostra breve storia, almeno tra quelle da noi conosciute. Non concludiamo certo che tutte le tribù precedenti alla rivoluzione agricola fossero bellicose e violente, nondimeno prendiamo atto dell’esistenza di tali scempi. L’uomo del tempo aveva già conseguito la rivoluzione cognitiva, aveva già sciolto le catene comportamentali tipiche degli animali, eppure la ragione non l’aveva fermato, l’empatia che muove ogni mammifero non era stata sufficiente, e nemmeno la coscienza. Allora deve esistere sin dagli albori una forza, implacabile e folle, che vanifica l’intelletto e ammutolisce la coscienza, che ci esalta al punto tale da farci dimenticare chi siamo, e nientificarci. Nel 20esimo secolo la ragione è stata ammutolita dalla forza dell’ideologia, che ha sostenuto un pensiero che ha perso ogni contatto con la realtà, producendo orrori inenarrabili. Attraverso le ideologie deformiamo la realtà, la plasmiamo a nostro piacimento. 
Probabilmente nessuna spiegazione ci appaga, e non lo fa perché mai prima dell’olocausto vi fu genocidio di massa per ragioni razziali, mai per il timore infondato di sporcare la razza. Non dubito che, se ogni umanità verrà estirpata, se l’empatia si convertirà in vergogna, ciò possa accadere nuovamente, ed accadrà e imparando dalla storia lo farà in modo ben peggiore. Cos’altro potrebbero essere, se non una statistica, milioni di morti senza empatia?

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Filippo S.

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